28 ottobre 2005

Ars registrandi

Il registratore è sempre stato il più fedele compagno del radioascoltatore dei segnali lontani. Ci sono situazioni, in questo fascinoso hobby, in cui anche la perfetta conoscenza di una lingua può non bastare per intendere chiaramente i contenuti trasmessi, vuoi a causa dell'evanescenza del segnale, vuoi per i mille disturbi che si sovrappongono, specie quando la stazione è debole. Che si tratti del notiziario di una broadcast internazionale o a maggior ragione di una identificazione di una stazione rara, magari operante su una frequenza dove esistono diverse alternative che non si possono escludere a priori, la registrazione è una sicurezza. La si può riascoltare a piacere e funge da perfetta testimonianza (conferma) dell'ascolto, più autorevole di una lettera scritta (la QSL, come si dice in gergo radioamatoriale).
Fino a ieri bastava un semplice registratore a cassetta ma con Internet si è cominciato ad apprezzare il valore della registrazione digitale, facile da accludere al messaggio di e-mail o al sito Web per lo scambio con altri ascoltatori (che a volte possono dare una mano nell'identificare un segnale particolarmente ostico). Purtroppo l'audio analogico richiede ogni sorta di trattamento, dall'acquisizione sul computer fino alla compressione (pochi secondi di audio non compresso possono pesare parecchio). La scelta può cadere su un formato come il minidisc Hi-Md, che registra in digitale e consente una certa flessiblità di conversione dal formato proprietario Atrac. Ma oggi sono molto più apprezzati i player/recorder tutti digitali che non solo sono bravi a trasferire l'audio verso il computer, ma lo comprimono direttamente, nel comodo e universale formato Mp3. Ce ne sono sostanzialmente di due tipi, con disco fisso integrato (stile iPod per intendersi) e con memoria flash, alcuni con slot per schede di espansione fomrato Sd o similari. Due i requisiti importanti: la capacità di registrare oltre che di scaricare clip già digitalizzati dal computer e la presenza di una presa line-in per l'acquisizione di sorgenti analogiche come radio, registratori e quant'altro.
Due i modelli qui citati, non per fare pubblicità ma perché oltre a rispondere a questi requisiti integrano anche una radio FM che permette di ascoltare e registrare le stazioni preferite. Parliamo dell'iRiver-IFP serie 89x e del Creative Zen Nano Plus, qui illustrati. Sono apparecchi versatili, che grazie alla variabilità del bit rate di codifica con 256 mega di memoria possono registrare ore e ore di audio, considerando che la banda passante di un ricevitore in onde corte non è mai superiore ai 6 o 12 kHz e un bit rate di 16 kbps spesso è sufficiente. Non a caso i due apparecchietti, soprattutto l'iRiver che nella versione a 256 mega costa intorno al centinaio di euro (o qualcosa in meno se lo si acquista negli Usa), sono già relativamente noti e apprezzati da alcuni DXer.
Quello della registrazione audio via computer è un tema su cui avremo modo di tornare, perché oltre a questi piccoli dispositivi ne esistono altri e soprattutto esistono diverse tipologie di software di trattamento del segnale che possono rivelarsi molto utili una volta fatta la registrazione.

Nessun commento: