29 ottobre 2005

Miracoli propagativi radiofaristici

Quella che vedete è la traccia audio di un radiofaro della Groenlandia. Forse non è facile distinguere bene le lettere in codice Morse su questo spettrogramma Spectran, ma guardando bene si riconosce distintamente la sigla OZN, Prins Christian Sund 372 kHz:


E questo poco più sotto invece
è un radiofaro del Canada, JC (Jesus Christ, immagino) di Rigolet su 396 kHz, da notare il lungo tratto del tono long dash a 400 Hz dalla portante (la riga di questo tono viene interrotta per trasmettere il call identificativo, anch'esso ovviamente spostato di 400 Hz rispetto alla portante). E' il marchio di fabbrica dei radiofari canadesi; altre nazioni non adottano questo particolare format:



Spero di non poter essere smentito se affermo che questa è la prima volta che un radiofaro da entrambe queste nazioni arriva in Italia. L’autore dell’eccezionale
ricezione - avvenuta poco fa, la Groenlandia alle 21.50 e il Canada alle 23.20, sempre UTC, del giorno 28 ottobre - è il più paziente, abile e meritorio dei radiofaristi italiani (è talmente modesto che arrossirà, mentre noi colleghi siamo tutti un po’ verdini): Giorgio Casu, dalla nobile San Gavino Monreale, Sardegna. Che non contento di questo straordinario exploit ha aggiunto pochi minuti dopo un secondo canadese, BC 414, insieme a due fari UK (nazione molto più rara di quanto uno non si aspetterebbe). L'ascolto dei radiofari, oggi realizzato come si vede anche con l'ausilio di software di analisi dei segnali audio, è la specializzazione più esoterica del variegato hobby della ricezione. I radiofari sono trasmettitori dedicati che emettono un segnale identificativo sulle rotte di aerei e navi (i radiofari marittimi per la verità vengono gradualmente smantellati). Per questo in inglese si chiamano navigation aids. Perché aiutano la navigazione. Dar loro la caccia è focalizzarsi sulla distanza pura. Il radiofaro è la distanza. Il radiofaro non direzionale vero e proprio (NDB, non directional beacon) opera sulle LF, grossomodo tra i 250 e i 480 kHz. I meccanismi propagativi a queste frequenze sono in larga misura inesplorati, il che rende ancora più intrigante tutta la faccenda. Bravo, Giorgio.


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