08 novembre 2005

Avvisi ai naviganti, quelli veri

Questa notte stavo curiosando sulle frequenze basse delle onde corte - con una radiolina a batteria, per attenuare i rumori elettrici che nella zona di Milano in cui abito infestano lo spettro - quando mi sono imbattutto in un bollettino meteo marittimo in inglese. A trasmissione conclusa è risultato essere emesso dalla Guardia Costiera olandese, sulla frequenza di 3673 kHz, ovviamente in banda laterale superiore (USB), con il meteo delle 23.33 UTC (il bollettino viene diffuso ogni quattro ore) dal porto di Scheveningen. Quello delle comunicazioni marittime mercantili è un mondo di grande fascino, anche se una significativa porzione del traffico in questi ultimi quindici anni si è spostato sui satelliti marittimi come Inmarsat e non solo. Prima di proseguire è doveroso avvertire che stiamo parlando di un traffico radiofonico non broadcast, il cui ascolto è regolato da precise norme di comportamento. Formalmente l’ascolto delle frequenze non broadcast o amatoriali è vietato, ma la legge contempla l’eventualità di intercettazioni casuali legate all’uso di ricevitori a copertura continua (che sono ammessi). In ogni caso, i contenuti delle trasmissioni non vanno mai divulgati o utilizzati a proprio vantaggio. Detto questo, basta un piccolo ricevitore HF con SSB come l’ormai celebre Degen 1103 - uno scatolotto cinese acquistabile su eBay, dal fantastico rapporto qualità prezzo - per esplorare dopo il tramonto del sole la porzione di frequenze compresa tra i 1.650 kHz e la banda radioamatoriale degli 80 metri, fino a 3.700 kHz, ascoltando le rare comunicazioni voce terra-nave ma soprattutto per i warning meteorologici e di vario genere trasmessi a intervalli regolari dalle stazioni costiere, che invece abbondano in tutte le lingue.
La contrazione del traffico marittimo in HF ha colpito soprattutto un servizio, il collegamento tra i battelli in navigazione e la rete telefonica terrestre attraverso le stazioni costiere, gli enti adibiti al traffico radio con le navi. Oggi molte nazioni hanno razionalizzato le loro reti di stazioni, concentrandone le funzioni in poche località, ma una volta erano quest’ultime, non i satelliti a mettere in connessione, per telefono, armatori e famiglie dei marinai. La chiamata raggiungeva telefonicamente la stazione costiera e da qui proseguiva su un doppio link radiotelefonico in onde corte, uno per il canale di andata, l’altro per il ritorno (traffico duplex). Ora queste chiamate viaggiano preferibilmente via satellite, mentre gli armatori tendono a preferire le comunicazioni telex con le loro navi (e anche qui il telex non viaggia più esclusivamente in HF come un tempo). Il Morse viene gradualmente smantellato, un po’ dappertutto.
Da parecchio tempo sono poi in corso due grandi processi di razionalizzazione del traffico radio marittimo internazionale, una evoluzione che tende a favorire modalità di comunicazione automatica, non in fonia e anche qui satellitare. Il Worldwide Navigational Warnings Service, frutto degli accordi tra l’Organizzazione Marittima e l’Organizzazione Idrografica internazionale, che ha suddiviso il mondo sedici Navarea, aree di interesse costiero nelle singole aeree e aree locali nelle singole coste (ottime descrizioni qui e qui, con dettagli sulla nostra Navarea, la III e le zone costiere italiane). Attraverso questi accordi viene coordinato a livello internazionale la disseminazione di avvisi ai naviganti e bollettini meteo, questi ultimi normalmente centralizzati in una unica infrastrttura. Poi c’è il complesso mondo del Gdmss, il Global distress and maritime safety system, un sistema di comunicazione largamente automatizzato per i quali sono previsti quattro livelli di comunicazione in VHF, MF/HF, satellitare e polare (sopra i 70 gradi di latitudine, dove Inmarsat non garantisce copertura e si devono utilizzare per forza le onde corte), nelle due modalità radiotelegrafica e radiotelefonica. I capisaldi del Gdmss sono i satelliti, il sistema radiotelegrafico Navtex e i link VHF, MF e HF che possono essere radiotelefonici ma devono essere compatibili con il sistema automatico di chiamata selettiva detto anche DSC, Digital Selective Calling.
Tornando a Scheveningen, il sito della Guardia Costiera Olandese, permette di scaricare un volantino dettagliato, la newsletter 30E, con la lista completa dei porti equipaggiati e le frequenze attive. Da non perdere, anche se tutto in olandese, l'annuario 2004 pubblicato dalla Kustwacht, con fotografie e grafici interessantissimi. Un volume assai più interessante, anche perché copre tutte le Navarea del mondo è la Radio Navigational Aids prelevabile dal sito della National Geospatial-Intelligence Agency americana, . Il terzo capitolo dell'eccezionale volume, disponibile anche tra i documenti di Radiopassioni (seguire il link sulla sinistra) è dedicato alle stazioni costiere e alla trasmissione dei warning. Altre parti di questa guida, aggiornata al 2005, non sono altrettanto attendibili. Evitate per esempio quello sulle stazioni di tempo e frequenza campione, del tutto anacronistico rispetto alla situazione reale.

E in Italia? Il sito della Guardia costiera è abbastanza interessante, è vero, con la lista di tutti i porti italiani. Ma per avere un’idea della situazione delle frequenze VHF e MF attive si può consultare la guida Andar per mare del Marina e prelevare la tabella in Pdf riportate nelle Pagine Azzurre. Il sito Nautica online ha pubblicato un comodo estratto con i tempi di trasmissione di bollettini Meteomar e degli Avvisi ai naviganti. Tutte queste informazioni dovrebbero in teoria essere aggiornate a quelle pubblicate nei due volumi Radioservizi per la navigazione, dell'Istituto Idrografico nazionale, ma sono sempre da prendere con cautela. Inutile arrabbiarsi se certe stazioni non si sentono, soprattutto quando si cerca di ascoltare una costiera particolarmente lontana. La propagazione non permette sempre di effettuare ascolti straordinari e può succedere che certi servizi o frequenze siano stati disattivati.

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