05 gennaio 2006

Cuba, non Cuba

Rocco Cotroneo è un amico fraterno che per conto del Corriere della Sera racconta le complicate vicende del continente latinoamericano. Un continente che, chissà perché, gli europei hanno scoperto, colonizzato e dimenticato. Della sua storia, dai risvolti complessi come la trama di un romanzo, nessuno dice mai niente. Le cronache attuali citano e solo occasionalmente povertà, narcotici e narcos, militari più o meno golpeschi e calciatori. Ah, poi ci sono i pericolosi leader socialisti e comunisti, che fanno sempre molta paura (non che le carceri cubane, con forche e fucilatori, siano il Grand Hotel, tipo le famose "vacanze" dei confinati del fascismo, però...) E parecchi capi e capetti di un populismo che ovviamente può ingannare solo le folle dei descamisados d'oltre Atlantico, nevvero. Qui siamo molto più raffinati. Da Rocco ricevo una piccola testimonianza di viaggiatore e radioascoltatore, raccolta tra la Florida e il Malecon dell'Avana a proposito della guerra delle onde (radio) tra Cuba e Stati Uniti:

A proposito di Radio Marti è sempre divertente, arrivati a Cuba, osservare come va avanti la battaglia sulla frequenza in onda media di 1180 kHz, dove da molti anni trasmettono simultaneamente Radio Marti dalla Florida e Radio Rebelde dall'isola. Non ricordo come sia nata la disputa, chi sia arrivato prima sul canale... ma è curioso perchè ad Habana centro è sufficiente ruotare di 90 gradi la radio per ricevere Martì (meglio se sul Malecon, il lungomare della capitale, che guarda appunto verso le coste USA), mentre nel resto dell'isola la trasmissione anticastrista è quasi sempre sopraffatta da quella governativa. Entrambi i trasmettitori sono molto potenti, ma basta spostarsi di qualche centinaio di km, ai Caraibi o persino sulla costa nord del Venezuela, di notte ovviamente, e la radio di Miami ha decisamente la meglio.
I 1180 kHz sono una storica frequenza di Voice of America da Marathon Key, in Florida. La frequenza è stata dirottata su Radio Marti credo a fine anni ottanta, inizio novanta. Ma fin dagli anni della rivoluzione, i cubani hanno osteggiato le trasmissioni in onde medie e corte degli americani, installando ove possibile trasmettitori di una certa potenza (non a caso, l'isola continua a disporre di una quantità proporzionalmente elevata di reti e stazioni) a partire da metà anni sessanta, oppure ricorrendo ai disturbi, al jamming (descritto in questa pagina della Ibb, l'ente preposto alle trasmissioni di Marti). Cuba, per esempio, è fortemente sospettata di essere il punto di origine di un disturbo radioelettrico molto particolare e misterioso, chiamato The Wobbler, analizzato in estremo dettaglio in questo straordinario sito di Curt Deegan. Mentre per capire il breve racconto di Rocco è indispensabile la lista delle emittenti dei network cubani compilata da Bruce Conti.

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