18 giugno 2006

Quattro conti sulla radio digitale

Altri due o tre sassolini da scagliare nello stagno dell'incertezza che continua a circonda il (presunto?) business della radio digitale. Soprattutto terrestre. Tornando sulla questione del fading, dell'evanescenza, Dave Kenny del BCDX continua a manifestare un certo scetticismo sul reale potenziale di gradimento per il DRM. Dalle prove risulta ormai chiaro che la decodifica di un segnale digitale richiede un buon livello di ricezione. Un minimo di evanescenza può portare alla sparizione dell'audio, cosa che con i segnali analogici non succede. Ma c'è un altro fattore di cui tener conto, aggiunge Kenny: secondo lui, i modi digitali rischiano di consumare di più in termini di potenza e batterie. Un costo che ricade tutto sull'ascoltatore. Questo è un punto su cui personalmente non mi ero soffermato ma che mi sembra importante. Anche se riflettendoci meglio forse questi timori possono essere "dissipati" con una maggiore integrazione dei componenti. Dopotutto, i lettori MP3 alla iPod Shuffle consumano davvero poco...
Mark Ramsey, del blog Hear2.0 e autore di "Fresh Air" dedicato al marketing radiofonico, fa un semplice ragionamento statistico, ma è molto più convincente. Il contesto è quello del sistema americano HD Radio. Immaginiamoci che siano passati dieci o quindici anni e che sul mercato ci siano venti milioni di apparecchi HD, una cifra molto ottimistica ritiene Ramsey. Se immaginiamo anche che questi ricevitori siano uniformemente distribuiti sul territorio americano, in modo proporzionale al numero di abitanti. A New York dovrebbero esserci circa 2 milioni di apparecchi. Se ipotizziamo che ciascuna radio serva un ascoltatore e mezzo si arriva a 3 milioni di ascoltatori, «circa quanto un paio di grosse stazioni newyorkesi,» scrive Ramsey. Ora ipotizziamo anche che grazie all'HD lo spettro FM di New York possa ospitare il doppio delle stazioni normalmente ascoltabili. Sarebbero circa sessanta stazioni. Dividendo questo numero per il numero di ascoltatori immaginari otteniamo una media di 56mila ascoltatori a stazione. A New York. A Washington sarebbero 15mila, a Denver 7mila. E questo con un numero di radio compatibili che al momento appare difficile raggiungere. «Del tutto candidamente mi chiedo: con quale modello di business abbiamo a che fare? Non voglio criticare, vorrei davvero sapere. Nel caso della radio satellitare abbiamo una copertura nazionale sotto un unico grande ombrello finanziato dagli abbonamenti, e questo lo capisco. Ma per favore, spiegatemi il modello per la HD Radio.» Eh già, spiegatecelo.
La sopravvivenza del modello digitale radiofonico poggia interamente sulla disponibilità di ricevitori in tempi brevi e sulla voglia, da parte del pubblico, di acquistarli. Ma a questo punto qualcuno degli originari fautori di HD Radio comincia a nutrire qualche dubbio di diversa natura. Harry Helms, in Future of radio, cita una lettera aperta che Audiographics.com, ha pubblicato a firma di Robert Conrad, proprietario della stazione di musica classica di Cleveland, WCVL-FM, in IBOC fin dal 2003. Ci avevano detto che in poco tempo HD Radio avrebbe avuto una copertura simile a quella delle stazioni analogiche. Non è vero. Ci avevano detto che la ricezione sarebbe stata altrettanto facile. Adesso salta fuori che in alcuni casi è consigliabile una antenna a dipolo. Ci avevano detto che le interferenze sui canali adiacenti sarebbero diminuite. Ma non è così. «Tutto questo è molto scoraggiante e ci induce a chiedere perché dovremmo ancora preoccuparci di promuovere lo standard HD Radio.»
If it ain't broken, don't fix it, ricordate?

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