19 giugno 2006

Spectrum management, meglio se aperto

Quante informazioni sul mondo wireless, da Open Spectrum! Il sito della omonima fondazione di diritto olandese con doppia sede in Olanda e a Praga è una miniera di notizie normalmente focalizzate sulle applicazioni informatiche. Ma è l'attenzione alla politica per la gestione dello spettro delle radio frequenze a interessare da vicino anche noi. Sapevate per esempio che l'UE starebbe per approvare in Europa l'uso di iTrip? iTrip è un microscopico trasmettitore FM che serve per usare l'autoradio per ascoltare la musica dell'iPod. Usarlo qui sarebbe vietatissimo perché non si può mica trasmettere musica in FM, nemmeno con un picowatt. Lo ha rivelato, secondo Open Spectrum, un quotidiano irlandese, The Post, discutendo a proposito di una conferenza sulle novità in materia di spectrum management promossa dall'OECD a Dublino il mese scorso.
Open Spectrum, come dice il nome, è una associazione no profit che cerca di promuovere in tutto il mondo l'allargamento dei segmenti di spettro non sottoposti a regime di licenza. Le frequenze radio sono, è vero, un bene collettivo e relativamente scarso (se confrontato alla virtualmente infinita banda trasmissiva della fibra ottica), ma esistono tecnologie capaci di garantire una gestione praticamente automatica di questa risorsa, facilitando l'uso dello spettro senza reciproche interferenze tra servizi o tra utenti di uno stesso servizio. Anche senza tirare in ballo certe tecnologie avanzate, Open Spectrum sostiene che la libertà d'uso delle frequenze radio porta sempre a ottimi risultati, sempre che non si finisca per prevaricare e togliere lo spazio agli altri.
E' un argomento toccato poche settimane fa dai miei colleghi di Nòva 24 con una bella apertura. A parte qualche confusione tra cognitive radio e software defined radio, la sostanza del discorso era in linea con i principi applicati da Open Spectrum: certe regolamentazioni troppo rigide, certe beghe come la quella che in Italia divide per esempio il Ministero della Difesa e quello delle Comunicazioni per l'uso di porzioni di frequenze sovrapposte a quelle "di proprietà" dei militari, dovrebbero essere una buona volta accantonate per il bene di tutti e la lotta al digital divide. Openspectrum fornisce una marea di documenti nelle notizie e nella sua sezione bibliografica.
Tra le segnalazioni buone, anzi ottime metto anche quella - segnalata anche sull'ultimo DXLD - di un testo di storia della radio, anzi del wireless, che sembra davvero tutta da leggere. Ho ordinato una copia sull'usato di Amazon e vi farò sapere. Il libro si intitola History of Wireless, di autori vari, ed è appena stato pubblicato da John Wiley and Sons.

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