03 novembre 2006

The Gods themselves

"Neanche gli dei" recitava il titolo di uno dei più convincenti romanzi di Isaac Asimov. In questo strambo hobby della ricezione a lunghissima distanza, le differenze geografiche si sentono eccome. E' un po' come chi pratica assiduamente lo sci di fondo: abitare in Arabia Saudita probabilmente non aiuta. Con la radio, ci sono cose che si possono fare solo ed esclusivamente in determinate condizioni. Tipicamente, quello che succede alle estreme latitudini settentrionali dell'Europa è quasi impossibile da replicare altrove. Questo porta il resto del mondo radiopasionario a venerare certe personalità nordiche come gli dei del Walhalla e anche più.
Ma neanche gli dei nordici hanno il dono dell'ubiquità acustica. Pochi sanno che l'ascolto della radio nelle premium location del DX oltre il circolo polare si svolge perlopiù in differita. Immaginatevi la scena: avete una postazione con una decina di antenne lunghe da 800 a 1000 metri. E uno shack riscaldatissimo (fuori fa meno 25) con tre, quattro persone e quattro radio a testa. Un complicato sistema di splitter divide le antenne tra tutti questi apparati e il singolo DXer manovra almeno due o tre radio per volta. Si piazza su un canale, accende il minidisc e registra. Lo stesso fa con gli altri ricevitori e ogni tanto cambia le varie frequenze, verificando in cuffia il momento di picco del segnale. Aberrante, per i nostri standard... Ma su al nord, quando ti attacchi all'antenna beverage, tutti i canali da 530 a 1700 kHz sono aperti e su ciascun canale non c'e' una, ma cinque stazioni, a seconda della direzione della filare collegata. Il risultato di queste sessioni di ascolto simultaneo è un mucchio, centinaia di minidisc che il DXer nordico riascolta con pazienza per tutta l'estate successiva, ricavando spesso identificazioni ghiottissime a settimane, mesi di distanza dalla data di ascolto effettivo.
In questa scenetta da veri intenditori fa il suo ingresso la Software Defined Radio. Uno degli apparecchi più gettonati in Finlandia e Svezia è l'SDR-14 di RFSpace, un ricevitore SDR che a differenza di altri approcci (basati su mixer complessi) preferisce attaccare un convertitore analogico digitale direttamente all'antenna, campionando a 14 bit uno spettro di 190 kHz. Cosa che torna particolarmente utile agli amici come Tuomo Ahonen. Con l'SDR-14 Tuomo può osservare una ventina di canali delle onde medie e cliccando sulla linea spettrale più invitante, saltare da un canale all'altro in pochi secondi. Non solo: L'SDR-14 gli consente di riversare sul disco del computer la porzione di spettro RF digitalizzato. Un po' come registrare venti frequenze simultaneamente. Poi il software provvederà a demodulare il canale che ci interessa. Neanche gli dei nordici potevano sperare in una cosa del genere, con nessuna apparecchiatura analogica.
L'opportunità è piaciuta talmente tanto a Tuomo, che all'ultima sessione di Parkalompolo, DX location della Lapponia svedese (sul sito accettano prenotazioni per una inedita vacanza passata ad ascoltare i 50 Stati americani, l'intero continente latinoamericano, il Giappone e tutto il Pacifico per 20 ore al giorno, pardon notte), di SDR-14 se n'è portati addirittura tre. Così, con tre computer, può esplorare 60 canali.
Peccato non avere a disposizione almeno tre mani e un tra paia di SDE, Software Defined Ears.

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