12 dicembre 2006

OK europeo per l'Ultra Wideband?

Ogni tanto è doveroso muoversi fuori dai ristretti confini della ricezione radiofonica. Da Slashdot arriva infatti una anticipazione molto importante sugli esiti dell'ultima riunione del Radio Spectrum Committee dell'Unione Europea, che potrebbe quanto prima legalizzare tra i paesi membri la tecnologia Ultra Wideband, un nuovo standard RF che punta alla sostituzione dei cavi di collegamento tra dispositivi elettronici e a un mucchio di altre applicazioni. Autorizzato con qualche caveat negli Stati Uniti, UWB è stato accolto con molto scetticismo da questa parte dell'Atlantico per i timori di interferenza provocata dal suo particolare meccanismo di funzionamento a spettro diffuso. Il principio dell'Ultra wideband, infatti, è quello di trasmettere le informazioni digitali a potenza molto bassa e su una miriade di portanti a frequenza diversa: lo spettro di trasmissione occupa tipicamente diversi gigahertz! Il sospetto, avvertono i regolatori europei, è che questa occupazione di banda andrebbe a scontrarsi, se davvero entrasse in uso in milioni di apparecchi (UWB dovrebbe andare a sostituire sistemi di connessione fisica come USB e Firewire), con le necessità di tanti altri radioservizi. I fautori del sistema rispondono che questo rischio non c'è perché le potenze in gioco sono minime e gli algoritmi di frequency hopping insiti in UWB aiutano a evitare i conflitti. C'è una buona dose di vision ispirata alla cognitive radio in questo approccio ed è per questo che mi interessava discuterne. La notizia di questi giorni è che lo Spectrum Committee potrebbe aver deciso per un cambiamento di rotta e che nei prossimi mesi studierà i vincoli tecnici che renderebbero possibile l'impiego di UWB anche in Europa. Ho trovato sul sito del regolatore dello spettro canadese una eccellente introduzione alla tematica UWB e ai suoi possibili effetti sul piano delle interferenze, presentata in occasione della consultazione pubblica per l'introduzione della tecnologia in Canada.

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