07 luglio 2007

Onde corte: digitalizzare il silenzio?

Fervono già i preparativi per la World Radio Conference '07 del prossimo ottobre a Ginevra, dove verranno prese importanti decisioni in materia di spectrum policy. In discussione, tra l'altro, c'è il futuro delle comunicazioni mobili (per le quali già si pensa di utilizzare frequenze nella Banda C, sopra i 3 GHz) e dei servizi broadcast epunto punto, sempre più digitalizzati, che oggi utilizzano le onde corte. Un documento UE riassume tutte le questioni che si troveranno sul tavolo. In particolare, per la porzione delle HF si legge:

5.2. REORGANISATION OF HF BANDS High-frequency (HF) or "short-wave" spectrum bands which are essential to transmit radio signals over long distances have come under pressure from different users, in particular radio broadcasting, aeronautical, military and maritime mobile services. The in-depth consideration of this band taking place at WRC-07 may potentially impact relevant EU audiovisual and transport policies. Short-wave broadcast radio is poised to embrace the benefits of digital technology and should be supported by sufficient spectrum capacity. New broadcasting services based on digital technologies such as DRM (Digital Radio Mondiale) technology offer the prospects of reviving long-distance radio and contribute to the dissemination of European culture and perspectives on the global scene. Further HF spectrum for broadcasting will assist the successful uptake of digital radio broadcasting technologies. Key HF maritime services are also gradually switching over to digital transmission. WRC-07 should address the spectrum needs of this sector in a timely manner while ensuring appropriate continuity with critical analogue services.
Community policy objectives
The switchover from analogue to digital technology of short-wave radio broadcasting and of maritime services should be assisted by accommodating their spectrum requirements in the review of the HF band due at WRC-07.
E' il solito vizio del regolatore. Funzionari che si spostano dai loro uffici pieni di documenti cartacei, dove evidentemente la radio non si ascolta, e confluiscono all'ITU di Ginevra per decidere, tra un buffet e l'altro, "questo lo spegniamo", "quest'altro lo spostiamo", "quest'altro ancora è obsoleto". Se la radio la ascoltassero davvero non scriverebbero scemenze come "new broadcasting services based on digital technologies such as DRM (Digital Radio Mondiale) technology offer the prospects of reviving long-distance radio and contribute to the dissemination of European culture and perspectives on the global scene," le stesse frasi che leggiamo sui comunicati stampa dei fornitori di apparati DRM. E' straordinario il riferimento alla disseminazione di cultura europea, letto a pochi giorni di distanza dalla chiusura delle trasmissioni in lingua estera di Radio Budapest, della definitiva chiusura (1 luglio) dei relay in HF di RUV dall'Islanda e nell'imminenza della probabile chiusura delle onde corte RAI, della cessazione dei programmi in inglese di Kol Israel e di decine di altre simili decisioni "cost cutting". Non parliamo poi del delirio che vorrebbe "rivitalizzare" la ricezione a lunga distanza con una tecnologia calmorosamente incompatibile con i meccanismi propagativi ionosferici delle HF. Ormai si sa perfettamente che senza sparare almeno 500 kW il DRM non riesce neppure a superare la distanza tra Europa e Americhe e anche in quel caso l'evanescenza rischia di rendere del tutto inaccessibile una buona parte dei contenuti trasmessi (a differenza del fading analogico, durante il quale il contenuto, più debole e distorto, almeno riesce a farsi sentire). Le prove effettuate con potenze medio-basse dimostrano solo che la copertura del DRM può essere, quando va bene, solo continentale e a quel punto, cari signori, i poveri straccioni che possono permettersi solo un ricevitore analogico economico (milioni di persone, come dimostra l'audience della BBC), possono pure attaccarsi ai tram che non hanno e fischiare in curva. Altro che disseminazione. Tutti gli altri sono già su Internet via Adsl, cosa vuoi che gliene freghi delle onde corte, ai ricchi? E infine: che cosa volete digitalizzare, di grazia, se le redazioni internazionali chiudono, il silenzio fuori ordinanza?
Leggevo l'altro giorno i reportage sulla liberazione di Alan Johnston, catturato e liberato da quei grandi simpaticoni di Hamas. Durante la sua prigionia, una radio gli permetteva di seguire i programmi della sua stessa emittente, la BBC. Immaginatevi la stessa situazione nell'era del DRM. Intanto i rapitori avrebbero dovuto permettersi una radio DRM, che a batterie offre una autonomia di una mezz'oretta. In balia di governanti e "regolatori" così illuminati, il povero Alan rischiava di ritrovarsi con una bella radio in onde corte di vecchia generazione, forzatamente pensionata dopo ottanta anni di onorato (ed efficiente) servizio. E tanti bei fruscii digitali da cui farsi cullare nelle tiepide notti mediorientali (sì, perché anche l'FM analogica la dobbiamo spegnere visto che funziona così male).
Come direbbe il mio amico Aldo... Ma, un bel vaffanculo?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A proposito della copertura dei segnali in DRM, a mio avviso, c'e' da fare una considerazione.
E' vero che attualmente i segnali in DRM non riescono a superare la distanza tra Europa e Americhe se non avendo potenze considerevoli, ma questo e' dovuto all'alto bitrate utilizzato attualmente nelle trasmissioni.
Il DRM permette ad esempio di trasmettere audio a 'bassa' qualità utilizzando alcune codifiche: il Celp, con un bitrate compreso tra 4 kbit/s e 20 kbit/s, che e' molto simile al Celp che viene comunemente utilizzato per il traffico tra cellulari, e l'HVXC, con un bitrate a partire da 2 kbit/s, che e' derivato dall'MPEG.
I ricevitori che sono usciti sul mercato permettono di ricevere questo tipo di trasmissioni.
Io sono sicuro che trasmissioni che utilizzassero queste codifiche potrebbero avere delle performance molto diverse da quelle attuali.
Il fatto e' che tutti i tecnici, o responsabili, con cui ho avuto modo di parlare non considerano l'utilizzo di queste modalita' perche' l'ottica e' quella di trasmettere un audio 'appetibile', magari stereo, perche' secondo loro nessuno si metterebbe ad ascoltare stazioni con un audio 'stile onde medie'.
Questo e' il motivo per cui le trasmissioni in DRM non danno buoni risultati, perche' il bitrate utilizzato e' alto e quindi la copertura non puo' essere che limitata.
Per ultimo una seconda considerazione: un fatto positivo e' che i trasmettitori in DRM, girando la manopola, possono anche trasmettere in analogico. Forse possiamo sperare che 'la corsa al drm' porti ad un ammodernamento dei trasmettitori, e che poi, una volta visto che il sistema in realta' non funziona cosi' come e' utilizzato adesso, si diminiusca il bitrate, o addirittura si 'giri la manopola' e si torni in analogico. Broadcaster investite pure, poi sara' il mercato a dire cosa funziona e cosa no, almeno spero...

Andrea Lawendel ha detto...

Quella descritta da Andrea è la tipica situazione da Comma 22 ("chiunque sia malato di mente può richiedere l'esenzione dalle azioni di guerra, ma chi chiede l'esenzione dalle missioni di guerra chiaramente non può essere matto") che anch'io ho più volte sottolineato.
Se trasmetti a bassa potenza con alto bit rate il DRM lo decodifichi solo in parte e la tua ricezione sarà costellata da lunghe pause di silenzio. Se invece diminuisci il bitrate (e magari aumenti la potenza) ottieni un audio "meno appetibile" e tutto il castello di considerazioni alquanto paracule e demagogiche sulla tanto decantata "CD quality" vengono meno. L'audio analogico è per definizione migliore di quello digitale e se poi infiliamo nell'equazione un ricevitore SDR o una radio decente con demodulatore sincrono (a proposito: Andrea Borgnino mi ha segnalato l'altro giorno l'uscita del KChibo KK-S500, ennesimo portatilino cinese con demodulazione sincrona, in vendita presso i soliti negozietti di eBay per 60 dollari) probabilmente otterremmo comunque una ricezione migliore con l'analogico. Sto ovviamente parlando di un mezzo influenzato dalla propagazione ionosferica, come le onde corte. Le stesse considerazioni non valgono per il DRM e altre modulazioni digitali a copertura diretta.