07 giugno 2009

Nicolettwitter (il critico della radio diventa una radio)

Stamane, nel corso di uno svogliato risveglio domenicale tra (s)voglie di voto e reiterati guai ortopedici con il geriatrico parentado (tra un po' sono geriatrico anch'io, ma se non altro rifiuto di considerarmi mio parente), mi arriva uno strano messaggio di Gianluca Nicoletti (questo il suo profilo pubblico su FB), l'autore di Melog su Radio 24 e prima ancora di Golem e di tante altre trasmissioni seminali. Difficile che un messaggio di Gianluca sia del tutto "normale", ma questo rischia di superare il record. Nel laconico avviso vengo invitato a consultare il nuovo blog intitolato GolemxN, che dopo un po' capisco va pronunciato Golem per Enne. E' un blog aperto da poche ore, appositamente per il lancio del nuovo progetto nicolettiano. La Protesi Vocale Perenne o PVP.
GolemxN, scrive Nicoletti, «è un test che ho iniziato assieme ad alcuni amici e in cui spero di coinvolgerne altri. Immagino che lo sviluppo del socialnetworking possa avvenire attraverso un canale diverso rispetto alla forma testuale. La maniera più semplice e immediata alla portata di chiunque è la voce e quindi perchè non spostare tutto a un accesso vocale al web? Io per ora mi limiterò come qui sotto vedete a creare una radio senza radio, vale a dire un programma simile a quello che faccio da 25 anni, ma personalizzabile e fruibile ovunque senza necessità di avere un apparato concreto che lo produca e diffonda. Tutta la radio è nel mio apparato fonatorio e nel server che ne raccoglie e ridistribuisce all' istante messaggi vocali.»
Le fotografie a corredo del primo post vedono Gianluca come una sorta di incrocio tra un allievo cosmonauta sovietico sottoposto ad almeno 5g di accelerazione e un Dustin Hoffman maratoneta sotto i ferri del nazidentista. Da quel poco che capisco Gianluca (che è capace di essersi davvero impiantato un mp3 recorder nella laringe...) si sta morphizzando in un twitter vocale permanente, in una radio digitale che avrà per programmazione lui stesso, 24 ore su 24, senza possibilità di cambiare frequenza. L'idea però è di estendere l'accesso alla Protesi anche all'universo mondo, attraverso il telefono con l'obiettivo di realizzare un metapodcasting collettivo, una automappa vocale della rete sociale costituita da fan, amici e detrattori del profeta golemiano. Una "audiovisione" che sarebbe piaciuta al nonvedente Borges teorizzatore delle mappe geografiche in scala 1:1, una carta di estensione pari a quella del territorio rappresentato.
La PVP si baserebbe su software opensource, ma devo ancora trovare il modo di accedervi. Se non ho capito una fava Gianluca mi perdonerà. Intanto, leggetevi questo estratto da un suo saggio sulla radio. Lo trovo inquietante e superbo, come molte cose sue.

[...]La radio, semplicissimo apparato domestico, può spesso andare molto oltre chi viaggia grazie a sempre nuove e più potenti trasformazioni ed elaborazioni di un' idea che diventa voce. In totale contraddizione con una pluridichiarata vocazione all'evanescenza inizio qui a sperimentare uno strumento di automitizzazione del proprio quotidiano. Potrà essere utile o solo futile, ma chi se ne importa! Chi vorrà presto potrà bearsi di saper affidata alla storia (una delle tante) ogni propria alienazione. Quelli che hanno solo assaporato e sbirciato dal proprio apparecchio radiofonico ciò che si decideva far loro ascoltare ''dall'altra parte" potranno finalmente avere soddisfazione delle loro più inconfessabili curiositàenti.
Con un telefono chiunque può entrare nella macchina delle meraviglie, ci entra a pieno diritto e con tutte le caratteristiche che permettono di vivere in quell’universo, condensarsi in una voce che si muove in un tempo di ascolto. La radio potrebbe avere la forza fulminante dell’apologo Zen che squarcia il torpore e disvela l’assoluto, rispetto al pomposo rituale di una liturgia televisiva celebrata per antichi dei ormai ritirati dalla vista degli uomini.
Per questo forse la radio è fortemente elitaria, privilegia l’individualismo sfrenato, premia la presunzione, il narcisismo, il disprezzo per gli usi comuni e i linguaggi unificanti. La tv ha la logica dell’immersione, chi la segue deve essere teletrasportato all’interno del teatro dell’evento. L’ansia del trapasso tiene incollati. Vista la spiccata ambizione da parte dell'umanità di mantenersi in memoria, di restare in vita passando in televisione la propria faccia, le proprie aspirazioni, la propria vicenda, possiamo affermare che il sistema della comunicazione, organismo integrato di vari componenti, altro non è che una macchina emotiva finalizzata alla sopravvivenza ed esistenza, uno strumento fittizio un concretizzatore di velleità.
La radio, orpello tra i più insignificanti del meccanismo, ma non per questo indifferente, rappresenta l’antica amante a lungo praticata, ma attualmente solo spettro di passioni remote. La si vagheggia in nome del passato anche se nel presente nessuno vuol frequentarla. La radio uccide e annulla in partenza l’effetto “surrogato di memoria” che la televisione usa come suo elemento fondante. In questo particolare momento, sotto forma di nostalgia, alimenta la necrofilia verso le icone svampite dei suoi decenni di storia. Si costruisce un passato per sopravvivere e continuare a promettere sopravvivenza, flebo di formaldeide ad ogni passaggio. La radio deve invece proporre la sfida del vuoto a perdere, dell’ atto gratuito, del passaggio senza ritorno. La radio non regala, semmai toglie, mina, mette in pericolo e questa è la sua caratteristica risolutiva.
La radio può essere proposta proprio come esperienza completamente diversa, alla radio si va per nascondersi al mondo, la radio separa il nostro pensiero dalla mimica facciale, la radio chiude il circuito, rimbomba nelle orecchie di chi parla, resta dentro. La parola si confronta continuamente con l’animo che l’ha generata, ma allo stesso tempo fugge immemore a seppellirsi nell’etere. [...]

8 commenti:

gianluca nicoletti ha detto...

grande andrea, ma che fava...Hai capito benissimo. Sono convinto che la metamorfosi vocale sia l' uscita dalla burinizzazione del socialnetwork...Non si bara con la voce!
un abbraccio!

Anonimo ha detto...

Seguo poco e male, colpevolmente, le evoluzioni di Gianluca, che so peraltro andare sempre nella direzione migliore.
Come quest'ultima. Incuriosito da Andrea, stamane ho ascoltato i due suoi ultimi messaggi (?) postati (?) dalla metropolitana. Già, come li definiamo? Non saprei, Ma, anche, non importa.
L'ovunquizzazione della radio è cosa matura. Bravo lui ad averla fatta.

ciao, Dario

Anonimo ha detto...

e così ecco che Gianluca Nicoletti tira fuori dal cilindro un altra sorpresa. Quale sarà il futuro della radio dopo la sua morte? E quale il futuro di internet e del social network? Ebbene, la risposta è nello stesso Gianluca! La protesi orale rende l'uomo periferica vivente e conferisce eternità al quotidiano legando iltelefonolatuavoce alle nuove tecnologie. Ecco, quanto preconizzato dagli autori di Jeeg Robot e da Bioy Casares ne "L'invenzione di Morel" si è realizzato oggi: nel giugno 2009 nacque l'uomo radio! Rial

Andrea Lawendel ha detto...

Ehi se ci mettiamo tutti intorno al capezzale della radio morente, dietro ai microfoni chi ci sta? E se lasciano il capezzale e ci mettiamo tutti dietro ai microfoni, davanti all'altoparlante che succede? V'è qualcuno in ascolto?

Andrea Lawendel ha detto...

I vostri commenti stanno rimbalzando sul xN blog di Gianluca che fa da sponda al dibattito sulla (meta)fisiologia della radio. Nel suo posto la radioprotesi umana si chiede chi oggi saprebbe rappresentare l'hardware della radio. E in effetti... Pensare che la radio può essere questa, o questa , o questa...

mauro ha detto...

vediamo se ho capito almeno qualche ingrediente..
mi ricordo due cose del trapassato remoto
la prima,
un esperimento protesta della radio radicale che lascio' gli ascoltatori
"padroni" di dire qualsiasi cosa,anche le cose piu' aberranti senza filtro o censura,con il solo limite di tempo.
La seconda piu' arcaica,
testimoniata da un libretto anonimo della mitica serie 1000 lire,sul significato sociale delle scritte che comparivano sulle monete cartacee sopratutto quelle di piccolo taglio..
questi due inngredienti sono la disperata voglia di comunicare e che al tempo moderno ha portato ai social network,e ancor prima ai diari online oooops!,ai blog.
Questa protesi vocale di Nicoletti mi sembra un modo per dire provateci anche voi,se ne siete capaci,dotatevi di questo nuovo arto mentale bionico che e' diventata internet..
Chissa' a cosa portera' e' comunque affascinante...
una curiosita...
Avete notato che ora sulle monete cartacee non si trova piu' alcuna scritta?Questo "social network" fatto di scritte e' definitamente terminato?

Anonimo ha detto...

Ricordi stimolanti.
Di metafisico nel microfono aperto di Radio Radicale o sulle mille lire c'è però poco, se, per dirla con Savinio, si tratta di fare il proseguimento dell'essere, sgravandolo da rozzezze e polluzioni.

Che sulla carta moneta si scriva meno perché siamo nell'epoca dei tag e della moneta elettronica? Anzi, delle carte fedeltà. Ecco, si potrebbe istoriare quelle.

Dario

Fabrizio ha detto...

La radio non morirà mai. NOn avete idea di quanta gente compra un lettore mp3 (per ascoltare, appunto mp3) e poi finisce per usarlo per ascoltare la radio. La radio ha un costo (di produzione) nettamente inferiore alla tv, quindi si può stare 3 ore a parlare di calcio, di libri o di altre cose, fatto impossibile in una tv.
Nicoletti è un grande (ricordo il suo ciclo di trasmissioni tv sulla storia della tv), ma non poteva chiamare il suo esperimento podcast 24h o una cosa simile? ciao!