05 agosto 2009

Le confessioni di un radiotelegrafista mercantile

Francesco Riganello, grande esperto di radiotelegrafia, mi ha cortesemente inviato una sua breve recensione di "Il carrettiere del mare", il racconto autobiografico di un radiotelegrafista della Marina mercantile che ebbe circa 25 anni fa un ruolo chiave in una vicenda storica particolarmente drammatica: il sequestro della nave Achille Lauro da parte di un commando del Fronte di liberazione palestinese. L'autore del volume si chiama Lino Pappalardo, che all'epoca era uno degli operatori della stazione costiera Roma Radio. Allora questi impianti rappresentavano un nodo vitale nella catena di comunicazione terra-nave e come operatore della principale stazione italiana Pappalardo deve essere stato testimone di un traffico radio decisamente critico. Il suo libro, come ricorda Francesco, può essere ordinato su Internet sul sito di www.ilmiolibro.com al prezzo di 12 euro.


Lino Pappalardo è l’autore de “Il Carrettiere del Mare” che con modestia sottotitola “scaglie di vita vissuta raccontate alla buona da un radiotelegrafista della Marina Mercantile”. In realtà si tratta di un lavoro veramente pregevole che racconta il mondo degli operatori del servizio mobile marittimo. Il modo di operare dei radiotelegrafisti di bordo era estremamente professionale, sempre protagonisti del loro agire, consapevoli che uno sbaglio avrebbe potuto avere conseguenze imperdonabili per la sicurezza della nave e la vita degli equipaggi. Il “Carrettiere del Mare” racconta, svelando, le paure e le passioni di questi uomini del mare, l’abnegazione nell’esercizio della professione, consapevoli di rappresentare l’unico legame con la terra ferma. L’autore intitola la maggior parte dei capitoli con il nome delle navi sul quale è stato imbarcato, quasi a stigmatizzare quei microcosmi che per mesi diventano forzatamente lo spazio temporale in cui tessere i rapporti sociali con il resto dell’equipaggio. Ma anche e soprattutto, l’espressione magica del viaggio che ha sempre una destinazione, da scoprire rispetto a quanto stilizzato nel proprio immaginario. Cosi diventano estremamente coinvolgenti i racconti ambientati a Varna con lo sfondo di una Bulgaria che negli anni 70 è ancora l’avamposto in Europa del blocco sovietico. Altresì affascinante è la descrizione di Cuba e della sua gente dignitosa, aristocratica nella gestualità che accompagnava ogni attività dell’isola. L’autore non risparmia aspetti legati a questa realtà caraibica compresa la visita alla stazione costiera di Habana Radio. Drammatici i riferimenti al sequestro della nave Achille Lauro che nell’ ottobre del 1985, fu dirottata da un comando del Fronte Nazionale per la liberazione della Palestina. Le trasmissioni radio con le autorità italiane coinvolsero l’autore in quanto operatore della stazione costiera italiana Roma Radio. Proprio il racconto di dieci anni di servizio in questa importante struttura, fa di questo libro un documento eccezionale, in quanto la maggior parte delle attività che vi si svolgevano sono ormai cessate, come le trasmissioni in telegrafia morse concluse nell’ottobre del 2005 Lino Pappalardo rimane ancora oggi un protagonista attivo della radio, attraverso la sua attività di radioamatore (IZ0DDD) nonché in qualità di membro dell’INORC , l’associazione che riunisce i radioamatori radiotelegrafisti della marina. Il libro è edito in proprio e può essere acquistato on line attraverso il sito www.ilmiolibro.it digitando nella sezione “La vetrina” il titolo o il nome dell’autore.

1 commento:

Roberto Del Bianco ha detto...

Ricordo quando da ragazzino (e agli inizi della mia "carriera" (?) di smanettone radiantistico) un "collega" della CB che frequentavo, che era anche radioamatore, mi disse che sarei stato bravo a usare la telegrafia, poiché avevo "un orecchio musicale".
Qualche anno dopo, da OM, cominciai ad interessarmene (e dopotutto presi la licenza "ordinaria" di radioamatore dopo qualche anno in cui, con la "speciale" - quella che consentiva di usare solo le frequenze dalle VHF in su - mi allenavo con il CW privilegiando gli allora numerosi QSO in banda 2 metri!) e ricordo che mi colpì un articolo da una rivista, che faceva il confronto tra modi di emissione. Prendendo per paragone la modulazione AM, risultava che un'emissione in banda laterale (SSB) presentava 3 dB di guadagno nel trasmettitore, mentre la telegrafia (CW) stimava in 10 dB il guadagno offerto in ricezione da un orecchio allenato. Quindi una potenza apparente 10 volte tanto!
Adesso il CW è sparito dalle stazioni commerciali, vuoi per la lentezza delle comunicazioni, vuoi per la versatilità dei sistemi moderni di radiocomunicazione, però vorrei sottolineare come questo modo rimane sempre di utilità in casi estremi: basta veramente pochissimo per trasmettere, e "l'orecchio allenato" (quello che non ho più!) di un operatore può riuscire a "decodificare" una frase in mezzo a disturbi radio assai più forti del segnale... e molto meglio di un decoder digitale anche assai costoso.
Dovrei allora "riallenare" il mio orecchio, non si sa mai!