05 dicembre 2011

Un libro esplora il legame tra radio e cinema

Da Giornaleradio.info (a proposito, leggo che questa benemerita newsletter attraversa una fase complicata e mi auguro che risolva brillantemente, come merita, tutte le sue difficoltà) vengo a sepere di un libro che Silvia Venturi, curatrice della fascia pomeridiana della fiorentina Radio Rosa, ha dedicato al binomio radio e cinema. Il libro è stato presentato recentemente ma sul sito dell'editore, Cinetecnica, trovate una breve intervista all'autrice, giornalista laureata in Media e Giornalismo a Firenze.
Una bellissima idea, quella di Silvia, che ha realizzato per questo suo studio una serie di schede su radio-movies più o meno famosi: Un volto nella folla, Radio Days, Good morning Vietnam, Talk Radio, Radiofreccia, Jacob il bugiardo, I cento passi, Lavorare con lentezza, Natale a Casa Deejay, Radio America. Scelta necessariamente limitata dentro a un novero, il connubio tra realtà incorporea e suono incorporeo, che ha affascinato molti registi e sceneggiatori. Tanto da far sperare in un sequel.
Particolarmente azzeccata e sensibile, tra titoli forse scontati come Radio America e Radio Days (non viene trattato American Graffiti, però) la citazione del film ispirato al racconto Jakob il bugiardo, un romanzo del polacco, poi tedesco-orientale Jurek Becker, nato a Łódź. Nel suo racconto Becker immaginava un ebreo del ghetto che come nella Vita è bella inventa vicende di guerra ottimistiche fingendo di averle ascoltate da un fantomatico (e ovviamente proibitissimo) apparecchio radiofonico. Il romanzo, pubblicato nel 1969 (in Italia lo ha editato Feltrinelli) è stato trasposto in due diversi film, uno, del 1975, che ha preso l'Oscar come miglior pellicola in lingua straniera, l'altro più recente (1999) interpretato da Robin Williams.

LA RADIO NEL CINEMA: LA FENOMENOLOGIA DEL MEZZO RADIOFONICO SUL GRANDE SCHERMO ATTRAVERSO DIECI RADIO-MOVIES

Un insieme di coincidenze storiche e di rapporti di forza unisce radio e cinema, come testimonia l’esistenza di una filmografia tutta incentrata sul mezzo radio e volta a coglierne, attraverso la cinepresa, le sue caratteristiche più salienti.

Quale immagine della radio emerge nel cinema?

In sintesi, potremmo dire che il cinema ha visto la radio attraverso cinque categorie:
• Strumento di potere e di manipolazione delle altrui coscienze
• Strumento di libertà e di affrancamento dalla censura
• Strumento per delineare e rafforzare le identità, singole o collettive che siano
• Strumento di connessione/partecipazione del singolo coi propri simili/al mondo esterno
• Allegoria della vita umana

Dei dieci radio-movies presentati si propone una lettura specifica, mirata a dirigere l’attenzione dello spettatore dalla trama fino al ruolo rivestito dalla radio all’interno del film.

Nessun commento: