14 febbraio 2012

Anche un cervello italiano per il rinnovamento di Voice of America

In seguito all'adozione del nuovo piano di sviluppo per i prossimi anni, il Broadcasting Board of Governors americano, l'agenzia che gestisce la produzione della Voice of America, Radio Free Europe e di tutte le altre attività trasmissive radiotelevisive rivolte verso l'estero, ha pubblicato la sua richiesta di finanziamento per il fiscal year 2013. Un lungo documento di oltre cento pagine che si può scaricare qui (questo il link diretto al pdf). La richiesta complessiva è di 720 milioni di dollari, il 4,2% in meno rispetto al 2012 e tra le varie riduzioni è previsto anche il taglio di tutte le trasmissioni in onde corte e medie che non siano espressamente rivolte alle seguenti aree geografico-linguistiche: Cuba, Cina, Corea del Nord, Burma, Iran, Tibet, Uyghur, FATA (regione di confine afgano-pakistana), Pakistan, Afghanistan, Bielorussia, Russo per il Caucaso, Russo, Turkmenistan, Khmer e Africa.
Più o meno era quello che si aspettava, considerando che il BBG si impegna comunque a rafforzare le sue relazioni con le emittenti locali in FM e con i new media. Nel quadro di questo dialogo, il 10 febbraio si è tenuto a Washington un incontro tra la Commission on Innovation del BBG e un gruppo di esperti, innovatori e imprenditori, quelli che l'ufficio stampa dell'agenzia di public diplomacy definice "thought leaders", leader del pensiero. L'obiettivo era mettersi a ragionare, con le menti più brillanti della tecnologia e della scienza politica, su come rinnovare una istituzione nata settant'anni fa.
Devo dire che mi ha fatto molto piacere vedere che nella lunga lista di nomi che hanno partecipato a questa sessione di brain storming, accanto ai co-fondatori di Facebook e Twitter, ai ricercatori di Google Ideas, agli esperti politici del Dipartimento di Stato e di Princeton, c'era anche quello di un brillante cervello italiano, quello di Paola Antonelli, architetto sassarese laureata al Politecnico di Milano ma da anni ormai curatrice del dipartimento di Architettura e Design del Museum Of Modern Art di New York, il mitico MoMa. La Antonelli è uno dei maggiori visionari capaci oggi di svolgere lo sguarda a quella frontiera avanzata dove stanno confluendo le idee sul design, la tecnologia, la relazione uomo-macchina. In altre parole sul futuro interdisciplinare della conoscenza e dell'umanità. Trovo molto stimolante pensare che una macchina propagandistica nata per parlare, via radio, ai nemici di un conflitto da fine del mondo, chieda agli innovatori di oggi di indirizzarla verso nuovi modi di comunicare il cambiamento - e le speranze - di un mondo che pur tra mille difficoltà e ingiustizie ha invece saputo arrivare fin qui.
Per riflettere insieme su questi argomenti vi propongo il discorso inaugurale di Paola Antonelli in occasione di Media Evolution, The Conference, tenutasi a Malmö in Svezia lo scorso agosto. Il keynote di Paola verteva sull'importanza del design nei media e nella nostra società:

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