09 marzo 2012

"Vorticità" delle onde: segnali avvitati come fusilli per trasmettere più informazione sulla stessa frequenza

Forse ricordate da questo blog le "onde a cavatappo" di Fabrizio Tamburini, l'astrofisico padovano che l'anno scorso a Venezia doveva sperimentare un sistema che sfrutta la "vorticità" delle onde elettromagnetiche per trasmettere diversi canali si comunicazione sulla stessa frequenza "avvitandoli" in una forma a "fusillo". L'esperimento previsto per la scorsa estate aveva una prima volta dovuto essere rimandato, ma pochi giorni fa Tamburini ha pubblicato l'articolo che sancisce la riuscita dei suoi test veneziani: è stato davvero possibile inviare due segnali wi-fi a 2,4 GHz da San Giorgio a Palazzo Ducale, attraversando circa 400 metri di laguna. I due segnali non differivano per la frequenza, ma per la componente di momento angolare orbitale (OAM), una componente meno conosciuta, "L" del momento angolare totale J di un raggio elettromagnetico (l'altra componente è il momento angolare di spin). L'aspetto interessante è che "L" può essere considerato come una sovrapposizione di n eigen-valori quantici, caratterizzati ciascuno da un valore intero variabile da meno a più infinito. La teoria non impedirebbe quindi di trasmettere sulla stessa frequenza un numero infinito di segnali, a patto di avere un sistema di discriminazione a risoluzione infinita. Sembrerebbe che per il momento il professore padovano e la sua equipe italo-svedese si accontenterebbe di trasmettere fino a OAM ±5, che corrisponderebbe a 11 eigen-valori diversi.
Le onde, ribattezzate opportunamente "a fusillo", hanno fatto il giro dei giornali di tutto il mondo. Qui per esempio c'è la notizia riportata da Physorg.com, che pubblica anche un video che riassume bene la teoria dietro questa innovazione.



La pubblicazione finale ha avuto luogo sulla rivista open-access New Journal of Physics ed è dunque liberamente disponibile in formato PDF. L'articolo si intitola "Encoding many channels on the same frequency through radio vorticity: first experimental test" e porta le firme di Fabrizio Tamburini, Elettra Mari, Anna Sponselli, Bo Thidé, Antonio Bianchini e Filippo Romanato.

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