25 gennaio 2013

Denunciato il blogger che registra le frasi razziste da Radio Padania


Da diversi anni Daniele Sensi - prima sul suo blog poi, dal maggio del 2012, sotto l'ombrello dei blog dell'Epresso - documenta puntigliosamente, con tanto di registrazioni, le frasi apertamente razziste pronunciate ai microfoni di Radio Padania Libera, emittente che si ascolta da Pantelleria (non sto scherzando) alle Alpi. Come è successo a Massimo Tonelli, autore del blog Cartellopoli, condannato a 9 mesi per "istigazione a delinquere" per aver pubblicato le foto del danneggiamento subito da alcuni cartelli pubblicitari, vera piaga del paesaggio romano e letale ostacolo alla circolazione stradale, adesso anche Daniele Sensi è stato denunciato da un esponente leghista che accusa il blogger di aver riportato frasi mai pronunciate. Sensi, che fortunatamente nel proprio collegio di difesa ha anche un giurista esperto di diritto online come Guido Scorza, ribatte con pacatezza che tutto quello che viene pubblicato nel suo spazio è regolarmente documentato in audio. Soprattutto le frasi "mai pronunciate". Bisogna dirlo chiaramente: quello che si ascolta dall'emittente ufficiale leghista, non esente da finanziamenti pubblici, come il quotidiano organo di partito, è indegno di una democrazia. Tra conduttori e telefonate, il blog di Daniele - ma basta sintonizzarsi su una delle numerose frequenze per constatarlo di persona - riporta contenuti che riportano indietro le lancette dell'orologio alla peggiore retorica dell'Europa tra le due guerre. E certe frasi, certi toni, vengono ripetuti ogni giorno, da anni, in una litania martellante e ipnotica su cui quel partito costruisce un consenso che profuma sempre più di fanatismo. Leggete questo estratto che ho ritagliato dal lungo articolo apparso oggi sull'Espresso online in cui Daniele racconta dell'avviso di garanzia ricevuto.

"Il 16 giugno del 2008 ho sentito un assessore leghista alla Sicurezza dire che «se i rom sono finiti nei lager nazisti, se nel corso della storia non si sono fatti molto amare, qualche errore lo avranno commesso»: lo scrissi sul blog, allegando la registrazione audio.
Ho sentito un ascoltatore dire a quello stesso assessore che «i rom sono parassiti come le pulci sui cani» e ho sentito l'assessore ribattere che «se questo pregiudizio è radicato nei secoli, un motivo ci sarà: la diceria degli zingari che rubano i bambini non è una leggenda metropolitana» («no, non li rubano: li prendono in prestito, in affido», ho sentito fargli eco Salvini): lo scrissi sul blog, allegando la registrazione audio." 

La frase "se XXX viene perseguitato da secoli, qualche motivo ci sarà" è la quintessenza del discorso razzistico, il paradigma di una mentalità distorta dal pregiudizio al punto di dover ricorrere alle più risibili e insensate tautologie. "Se ti ammazzo col gas un motivo ci sarà: quindi fatti ammazzare e stai zitto". Una nazione che tollera questo tipo di retorica e questo tipo di insulti nei confronti di un essere umano è una nazione con molti problemi irrisolti e il problema più grosso è proprio il non dare minimo segno di volere affrontarlo. È inaccettabile che bambini e adolescenti italiani abbiano la possibilità di ascoltare alla radio frasi che incitano se non esplicitamente all'odio comunque al disprezzo di altri bambini e adolescenti che siedono accanto a loro nelle scuole, che giocano insieme a loro nei campetti degli oratori, che tifano per le stesse squadre di calcio. È un atto dissennato - che dovrebbe essere perseguito penalmente - instillare nelle menti più suggestionabili l'idea che possa essere una colpa, un marchio di diversità e inferiorità il solo fatto di appartenere a una comunità, avere una carnagione più scura, parlare una certa lingua, seguire certi costumi, o andare in giro con vecchi vestiti consumati addosso, senza lavarsi troppo perché nelle roulotte la doccia non c'è (e non è colpa tua se a sette anni qualcuno decide per te che devi vivere in una roulotte).
Trovo desolante che in un'Italia che si dice cattolica (religione cristiana, a quanto mi risulta), che ancora piange le morti e i soprusi subiti da diverse generazioni di migranti, ci possa essere una emittente a carattere nazionale che su scala ridotta ma con toni paurosamente simili ricorre agli stessi artifici propagandistici di Radio Milles Collines, la stazione che giusto vent'anni condizionò, con i suoi incitamenti, lo scoppio della guerra razziale in Rwanda. La mia solidarietà nei confronti di Daniele Sensi e di tutte le vittime del razzismo è totale, il mio rifiuto per una politica basata su questi messaggi irremovibile. Certe affermazioni sono una macchia sulla nostra democrazia e se non prendiamo una  posizione ferma il rischio è che diventi indelebile.

1 commento:

Piero53 ha detto...

Che aggiungere a questo post, già perfetto? Che queste cose, magari con l'aiuto di soldi pubblici, succedono solo in Italia, dove purtroppo stiamo abituandoci a tutto, persino agli onorevoli che si vantano di essere stati "corruttori" ma non corrotti !?!