21 agosto 2014

La babele radifonica di Cildo Mireiles, metafora del caos della società delle comunicazione.

Grazie alla segnalazione di un'amica sono riuscito nell'ultimo giorno utile (il 20 luglio) a visitare all'HangarBicocca, nuovo spazio espositivo posto al confine tra Milano e Sesto San Giovanni, la mostra di Cildo Meireles, artista brasiliano celebre per le sue grandi e minuziose (anche nel senso del numero di oggetti che le compongono) installazioni. Il suggerimento dell'amica (che conosce la mia passione) mi è arrivato perché una di queste installazioni, Babel (2001), esprime il senso di disorientamento e caoticità della moderna società della comunicazione attraverso una rilettura in chiave radiofonica del mito biblico della Torre di Babele. Meireles, che vive a Rio de Janeiro e ha l'età giusta per essere a suo tempo entrato in contatto con gli esponenti del movimento Tropicalia, affronta il concetto della confusione linguitica attraverso una torre realizzata accatastando decine e decine di apparecchi radio e radioregistratori in apparenza "rottamati". Molti di loro sono invece ancora funzionanti e sintonizzati ciascuno su una stazione diversa.
La mostra che si è chiusa a luglio era stata curata da Vicente Tortolí con la collaborazione di due istituzioni di arte moderna di Madrid e Porto e necessitava di spazi molto ampi. All'HangarBicocca, alloggiato nei capannoni che furono delle industrie Breda, questa risorsa non manca. Nell'enorme antro principale, la torre di "Babel" si erge, nell'oscurità, come una struttura a metà strada tra una statua ispirata ai celebri quadri dei Brueghel sullo stesso argomento e un gigantesco robot di Star Wars.
Avvicinandosi alla torre, alta almeno sei o sette metri, il rumore di fondo rappresentato dal brodo di tanti programmi radiofonici ti accoglie come quando entri in una stanza affollata in cui tutti parlano sottovoce, senza darti la possibilità di seguire i discorsi. Il buio appare costellato di tenui luci: quelle dei display e dei vari indicatori degli apparecchi. Per cercare di rendere l'idea ho realizzato qualche filmato e delle fotografie. Non penso che in Italia una installazione tanto mastodontica - e per giunta accompagnata da una decina di altre opere di proporzioni analoghe se non ancora più ampia - possa tornare a vedersi presto, ma spero che le mie descrizioni possano generare interesse nei confronti del lavoro di Meireles e del suo profondo, variegato messaggio.



















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