12 aprile 2015

RadioCity e Radiodays: Milano diventa capitale morale della radiofonia

Il mese scorso Milano ha ospitato due eventi dedicati alla radio e al suo futuro, uno su scala nazionale e orientato al nostro mercato della radiofonia commerciale, RadioCity Milano, l'altro di caratura globale, con un numero di partecipanti da grand galà del broadcast radiofonico internazionale. Con ltre 1.300 delegati di 60 nazioni, Radiodays Europe si propone come concorrente europeo del NAB americano e ha riscontrato un grande successo anche in questa edizione milanese (il prossimo anno si terrà a Parigi, guarda caso promossa in queste settimane a capitale dell'emittenza pubblica in subbuglio con il lungo scioperto di Radio France).
Per entrambe le manifestazioni potrete trovare spunti e fotografie sul mio flusso Twitter, ma mi pare doveroso dedicare qualche parola di approfondimento a mente fredda. Nel caso di RadioCity Milano davvero non credo si possa fare meglio del bravissimo Ermanno Becchis, giovane laureato in comunicazione pubblica e politica presso l'Università di Torino, ricercatore e graduate per University of Wolverhampton e navigato programmista, corrispondente e scopritore di nuove forme musicali, sia per 110webradio - emittente d'ateneo della sua alma mater -  e Ustation (il network dei media universitari italiani), sia per diverse altre stazione Web "impegnate", in particolare Radio Banda Larga, Radio Ohm e LDC95. Con il suo registratore mp3 - mi pare uno Zoom - Ermanno ha passato al pettine le giornate di RadioCity (un evento per cui il direttore artistico Filippo Solibello di Radio 2 RAI ha chiaramente trovato ispirazione in analoghe iniziative "diffuse", tra lo spontaneo e l'organizzato, che Milano ha dedicato ai libri e alla musica pianistica) realizzando numerose interviste. Potete sentire un ampio condensato del suo lavoro sintonizzandovi attraverso Mixcloud sulla puntata del suo programma su LDC95, intitolato "Terzo Occhio". Personalmente ho apprezzato molto in RadioCity il grado di maturità dimostrato proprio dal mondo delle emittenti Web, accademiche e no. Forse non ci stiamo rendendo conto della capacità propositiva che queste stazioni hanno raggiunto in questi anni, sfruttando alla perfezione il loro status di operatori di nicchia, esclusi per questioni più che altro regolatorie (e in parte economiche) dalla tradizionale piattaforma del broadcast in FM ma per niente rassegnati all'idea di una radiofonia ancillare o peggio ancora di serie B. Alla Fabbrica del Vapore, la sede della manifestazione, ho seguito il lungo keynote della responsabile di BBC Radio Helen Boaden (la sentirete intervistata da Ermanno), ospite d'onore e ho gettato uno sguardo sul parallelo festival delle emittenti universitarie, il FRU2015, promosso da Raduni. Secondo me è un peccato che questo festival, che prevede anche una gara per premiare i migliori animatori di queste web radio (credo abbia vinto Federico Salmetti di Campus Wave Radio di Savona, nei suoi orientamenti mostri di essere un po' appiattito sugli stili e linguaggi tipici dei grandi network commerciali, considerati evidentemente gli unici sbocchi possibili per chi frequenta queste vere e proprie scuole di radio. Ci vuole un pizzico di coraggio e innovazione in più, ragazzi, non so quanto ancora gli olandesi potranno volare.



Che dire invece di Radiodays Europe? Ho seguito alcuni seminari, in particolare quello di Hervé Dejardin e Mathieu Beauval sui progetti di suono binaurale di Radio France, Nouvoson e l'interessante aggiornamento sul mondo della car radio nell'era del DAB e della radio in streaming proposto da James Walshe di Practical Classics, Michael Hill di Radioplayer UK e Tobias Wallerius di Visteon, moderati dal grande radiofuturologo James Cridland. A bordo dell'automobile, ha spiegato Hill, la radio dev'essere considerata come un mezzo sempre più ibrido e le autoradio devono poter assicurare un'esperienza d'ascolto uniforme attraverso le offerte che arrivano da canali broadcast analogici o digitali o dalle piattaforme streaming. Per questo Radioplayer UK sta mettendo a punto una piattaforma di integrazione capace di mantenere l'impianto radiofonico della connected car sempre sintonizzato sul contenuto che interessa in quel momento, nella qualità migliore possibile, si tratti di un segnale FM, DAB o IP. Al momento, mi ha detto Hill, la piattaforma è in fase di testing nel territorio del Regno Unito, ma il modello di aggregazione di Radioplayer UK ormai viene adottato anche in altre nazioni (a Radiodays per esempio è stato annunciata l'apertura del sito web e della app per il mercato Norvegese, che tra l'altro sta per spegnere l'infrastruttura analogica in FM).
Un'altra interessante app per la radio ibrida è quello sviluppato, per il sistema RadioDNS, dall'austriaca Tonio. Ho parlato con Florin Novak, il Ceo di questa piccola startup, che mi ha dimostrato il funzionamento di questa tecnologia. Attraverso una semplice app per smartphone, Tonio è in grado di connettere al Web e ai suoi contenuti qualsasi programma radiofonico. Il sistema consente di trasmettere un watermark audio con il link a un sito o a un servizio Web. La traccia trasmessa non può essere percepita dal nostro orecchio, ma viene catturata dal microfono dello smartphone attraverso la app, che in pratica funziona come Shazam, puntando lo smartphone verso l'altoparlante. Nel corso del programma è quindi possibile inviare info di approfondimento, pubblicità, offerte commerciali, concorsi e quant'altro: la app ascolta, decodifica e apre la finestra del browser mobile sull'indirizzo trasmesso. Il vantaggio è che a differenza del sistema RadioDNS originario Tonio funziona con qualsiasi ricevitore, analogico o digitale, senza bisogno neppure di RDS. La startup fornisce un servizio di watermarking per i programmi da trasmettere in differita e richiede un piccolo dispositivo di encoding per le emittenti che vogliono diffondere le URL in diretta.

 

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